Quest'estate gli impegni non han fine!
Due lavori e il trasloco... Che sudata,
e aggiungi un'afa ostile!
Perciò svolto il lavoro alle piscine,
oggi mi prendo tutta la giornata
dal servizio civile.
Risulterò infantile,
ma a breve ci dobbiamo trasferire
e imballar ciò che conta
in trepidante attesa che sia pronta
la casa nuova ancora da finire;
ma il contesto di cui ti sto a dire
a fatica l'affronta
chi, come me, non sa (e, ahimè, lo sconta)
distinguer l'agitarsi dall'agire.
Salgo in macchina (o meglio sul catorcio),
arrivo a casa tua in trenta minuti,
cerco a lungo un parcheggio
e all'ultimo ne indocchio uno di scorcio.
Sullo zerbino è scritto BENVENUTI,
ma ora suona un po' peggio:
'na specie di motteggio.
Da un pezzo non ero ritornato:
tutto giace in penombra
e, alla vista, un magone il cuor m'ingombra.
Tal sentimento, in fondo, era scontato:
dopo un anno che qui ho coabitato,
il riso mi si adombra.
e tra un po' sarà tutto impacchettato.
Manco dei thriller tuoi mi son scordato:
saran le mensole Billy in offerta
colme da fondo a cima
grazie anche ai tanti tomi, che ho comprato
e non ho aperto: tu in avanscoperta
li leggerai per prima
in una stanza dal raccolto clima.
Ho poi strappato all'oblio una tua pila
di autobiografiche riflessïoni
di spunti e meditazioni
che scrive senza poi ordinare in fila.
La mia presenza si scorge in cucina,
dove sostituii con dedizione
tremila cocci rotti
e la tua dieta poco genuina,
seguita da anni senza interruzione,
di mille uova e rotti.
[...]
Sai, però, dal mio punto di vista
questa qua in via Piero della Francesca,
questa qua è casa mia.
Ma con una padrona un po' fascista,
alla prima occasione puoi star fresca:
un calcio in culo e via.
"E va beh, traslocar che vuoi che sia?"
Ma sai, a breve avremo i miei come vicini,
conosco la lor morbida catena:
tra un consiglio e una novena,
tra arrosti secchi e mediocri crostini,
tra lo schiamazzo di zii e cugini,
ogni domenica invitati là a cena,
io non sarò mai in vena.
Così mi figuro i nostri tristi destini.
Salgo in macchina (o meglio sul catorcio),
arrivo a casa tua in trenta minuti,
cerco a lungo un parcheggio
e all'ultimo ne indocchio uno di scorcio.
Sullo zerbino è scritto BENVENUTI,
ma ora suona un po' peggio:
'na specie di motteggio.
Da un pezzo non ero ritornato:
tutto giace in penombra
e, alla vista, un magone il cuor m'ingombra.
Tal sentimento, in fondo, era scontato:
dopo un anno che qui ho coabitato,
il riso mi si adombra.
e tra un po' sarà tutto impacchettato.
Manco dei thriller tuoi mi son scordato:
saran le mensole Billy in offerta
colme da fondo a cima
grazie anche ai tanti tomi, che ho comprato
e non ho aperto: tu in avanscoperta
li leggerai per prima
in una stanza dal raccolto clima.
Ho poi strappato all'oblio una tua pila
di autobiografiche riflessïoni
di spunti e meditazioni
che scrive senza poi ordinare in fila.
La mia presenza si scorge in cucina,
dove sostituii con dedizione
tremila cocci rotti
e la tua dieta poco genuina,
seguita da anni senza interruzione,
di mille uova e rotti.
[...]
Sai, però, dal mio punto di vista
questa qua in via Piero della Francesca,
questa qua è casa mia.
Ma con una padrona un po' fascista,
alla prima occasione puoi star fresca:
un calcio in culo e via.
"E va beh, traslocar che vuoi che sia?"
Ma sai, a breve avremo i miei come vicini,
conosco la lor morbida catena:
tra un consiglio e una novena,
tra arrosti secchi e mediocri crostini,
tra lo schiamazzo di zii e cugini,
ogni domenica invitati là a cena,
io non sarò mai in vena.
Così mi figuro i nostri tristi destini.
Il trasloco di Marco Luchi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso marchingegno88@gmail.com.
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