Aforismi, massime e citazioni

AMBROSE BIERCE (Horse Cave Creek, 24 giugno 1842 – Chihuahua, 11 gennaio 1914?)

                                                         

Chiunque è capace di raccontare una storia qualsiasi; la narrazione è uno dei poteri elementari della razza umana, ma il talento per la descrizione è un dono.
A. Pierce, "Tre più uno" in: G. Pilo (a c. di), I racconti dell'oltretomba, p. 43.

CONFUCIO (551 a.C. - 479 a.C.)

Studiare senza riflettere è inutile; meditare senza studiare è pericoloso».
Confucio, Dialoghi II 15

Gli errori che si commettono definiscono il tipo d'uomo. Osserva gli errori e conoscerai l'uomo.
Confucio, Dialoghi IV 7

GUSTAVE FLAUBERT (Rouen, 12 dicembre 1821 – Croisset, 1880)

Sì, muoio, perché è vivere vedere il proprio passato come l'acqua defluita nel mare, il presente come una gabbia, l'avvenire come un sudario?
G. Flaubert, Memorie di un folle

Vorrei il bello nell'infinito e non vi trovo che il dubbio.
G. Flaubert, Memorie di un folle

Questi versi, però, per la maggior parte erano falsi come le promesse d'amore e incerti come il bene. G. Flaubert, Memorie di un folle

DAVID FOSTER WALLACE (Ithaca, 1962 – Claremont, 2008)

Mi ha chiesto chi è stato il primo a dire mai dire mai. Le ho detto che dov'essere stato un uomo molto solo.
D. Foster Wallace, Dire mai

Sono un'animale secco e giallo e ringhioso che ama un altro animale».
D. Foster Wallace, Dire mai

JOHANN WOLFGANG GOETHE ((Francoforte sul Meno, 1749 – Weimar, 1832)

Poche zolle bastano all'uomo per gioirvi, e meno ancora per dormirvi sotto.
J. W. Goethe, I dolori del giovane Werther

NATHANIEL HAWTHRONE (Salem, 1804 – Plymouth, 1864)

Ecco infatti una caratteristica della maggior parte degli uomini: di diventare feroci soltanto perché è in loro potestà fare del male.
N. Hawthrone, La lettera scarlatta

RAFFAELE LA CAPRIA (Napoli, 1922)

Poi ce l'avevo fatta, ero fuggito, avevo interrotto la circolarità del tempo immobile.
R. La Capria, Il polpo (da: La lezione del canarino) 

PAOLO VILLAGGIO (Rouen, 30 dicembre 1932)

[L'italiano degli intellettuali di sinistra] è una neolingua perfida e maligna, il cui scopo non è quello di comunicare, ma di mettere a disagio gli sportivi, gli operai, i contadini, le casalinghe, le prostitute, i travestiti, i sacerdoti, le veline, i conduttori televisivi e i leghisti.
P. Villaggio, Mi dichi. Prontuario comico dell'Italiano, p. 43

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