Introduzione
L'articolo seguente è la fusione di due post che avevo pubblicato, anni
addietro, in un vecchio forum, mio e del mio amico Giuseppe: “L'ocio o il locio? Grammatica normativa e grammatica storica a
confronto” e la postilla “Di nuovo sulla parola ocio”.
I suddetti articoletti risalgono grosso modo al 2010, eppure qualcuno delle nostre bande se ne ricorda ancora. Perciò, allo stesso modo di come ho fatto per l'altro post della stessa categoria, ho ripreso in mano i miei scritti e li ho risistemati.
In seguito, come nel caso di “Storia coincisa della tipologia linguistica” ho chiesto una mano al mio amico Giuseppe, il quale ha pensato (bene) di integrare al testo un nuovo paragrafo: un contributo in cui è evidente il suo interesse per la germanistica.
I suddetti articoletti risalgono grosso modo al 2010, eppure qualcuno delle nostre bande se ne ricorda ancora. Perciò, allo stesso modo di come ho fatto per l'altro post della stessa categoria, ho ripreso in mano i miei scritti e li ho risistemati.
In seguito, come nel caso di “Storia coincisa della tipologia linguistica” ho chiesto una mano al mio amico Giuseppe, il quale ha pensato (bene) di integrare al testo un nuovo paragrafo: un contributo in cui è evidente il suo interesse per la germanistica.
Storia concisa della tipologia linguistica
Storia concisa della tipologia linguisticaX", ho chiesto una mano al mio amico Giuseppe. dadakc
Speriamo che questa loro versione
2.0 possa incontrare di nuovo il vostro gradimento. Buona lettura!
Si dice l'“ocio” o il “locio”?
di Marco Luchi
Grammatica normativa e grammatica storica a confronto
Scrivendo
sul celeberrimo motore di ricerca Google “Sagra dell'ocio”,
abbiamo trovato ben 497.000 siti contenenti quella frase in 0,18
secondi. Ciò non stupisce: l'ocio (toscanismo, diffuso nel senese e
nell'aretino, indicante un grosso uccello da cortile appartenente alla famiglia delle anatidae) è, specie
arrosto, una pietanza molto apprezzata. Siamo sicuri, però, che
pochi si sono messi a controllare in un comune vocabolario l'origine
della parola e – siamo certi anche di questo – chi l'ha fatto non
ha trovato alcuna voce corrispondente.1
Del
resto il termine più corretto che indichi quest'animale (sebbene di
un altro dialettismo si tratta) è locio. Sembrerebbe dunque
necessario prendere un pennarellone è correggere tutti quei
manifesti e quelle locandine in cui è scritto “Sagra dell'ocio” in “Sagra del locio”? Siamo sicuri della gravità
dell'errore?
Orbene,
ocio
deriva dalla forma non attestata del latino volgare *AUCIU(M), che è
anche alla base del fr. oison.2
Dato il modo in cui vengono trattate le vocali nel passaggio dal
latino volgare all'italiano, l'esito finale è òcio.
In séguito, per un processo comune nell'italiano parlato, l'articolo
determinativo (l'ocio)
è finito con l'«incollarsi» alla parola, producendo il termine
locio.
Questo fenomeno di fusione tra l'articolo e il nome a cui si
riferisce prende il nome di concrezione
dell'articolo; un altro esempio di concrezione l'abbiamo con la
parola lastrico,
originaria dal latino medioevale (detto anche mediolatino)
ASTRĂCU(M), che ha prodotto l'esito italiano lastrico.3
A
questo punto possiamo chiederci: aretini e senesi hanno sempre detto
ocio? Oppure anche loro inizialmente dicevano locio e
poi, percependo quella \l\ iniziale come l'articolo, l'hanno isolata?
Del resto quest'ultimo fenomeno, detto di discrezione (dal lat.
discerno “separare”) dell'articolo, è individuale nel
caso di molte altre parole; anzi, è abbastanza diffuso da essere
spesso usato impropriamente:
ŎBSCŪRŬ(M) > oscuro > (l)o scuro > scuro.4
Forse
qualcuno in linea sa districare il bandolo della matassa, in quel
caso spero ci risponda.
Dopo
questa digressione torniamo al tema di questo post. In conclusione la
grammatica normativa, quello della maestrina dalla penna rossa, dà
ragione a chi dice locio; la grammatica storica (o
glottologia) dà ragione agli aretini e ai senesi che,
nell'etimologico rispetto della base latina *AUCIU(M), continuano a
dire e a scrivere ocio.5
Etimo e usi della parola ocio
Chi
volesse continuare a seguire la nostra avventura alla scoperta
dell'allotropo
ocio/locio,
sappia che abbiamo cercato le due voci sul monumentale GRANDE
DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA di Salvatore Battaglia. Con nostra
somma sorpresa non abbiamo trovato riportata la voce locio,
in compenso però abbiamo trovato la voce ocio
e alcune sue attestazioni nella nostra letteratura. Francesco Redi
(Arezzo 1626/Pisa 1627),6
medico scienziato e poeta alla corte medicea, la utilizza, anche se -
nostra culpa - non siamo stati in grado di rintracciare dove.
Attestata
è pure la forma accrescitiva ociòne
nel poema epico-popolaresco di Luigi
Pulci (Firenze 1432/Padova 1484), intitolato il Morgante:
Quivi superbo si mostra il pagone
e grida come gli occhi in terra abbassa,
garzetto e l'anitrella e 'l grande ocione.7
Nel
Battaglia questa parola è illustrata come «voce aretina, rifatta
sul pl. oci
(per ochi)
di oco, cfr. Rohlfs,
374». Comunque se qualcuno di voi sa di luoghi fuori dell'aretino in
cui si dica ocione,
è - come sempre - calorosamente invitato a scriverci.
Prima
di concludere il nostro discorso, vi sono poi due modi di dire,
tuttora vitali nel linguaggio colloquiale, che hanno per protagonista
la parola ocio:
- il primo è «ocio barellone», usata per indicare qualcuno dalla camminata ciondolante;
- l'altro è «ocio matto», espressione indicante un individuo in preda alla frenesia.8
L'ocio è proprio ganzo!
di Giuseppe Samo
Anche in altre lingue troviamo espressioni idiomatiche che hanno per protagonista... l'ocio. In
inglese l'ocio viene indicato con 'gander' ed entra:
- nella locuzione verbale have/take a gander at something (letteralmente traducibile come “fare9 un ocio a qualcosa”) e significa “cercare”,
- nella frase idiomatica What's sauce for the goose is sauce for the gander (equivalente del nostrano “se non è zuppa, è pan bagnato”)10.
Le
altre lingue germaniche infatti seguono quasi tutto lo stesso percorso (verso
lo stagno), nascendo dalla forma proto-indoeuropea *ghans-11:
le varietà linguistiche tedesche meridionali contrappongono Ganser
al più settentrionale Ganter12,
l'olandese gent, il
danese gase, lo
svedese gåskarl,
il norvegese gasse.
Due
lingue romanze, invece, portando con sé il germanismo, modificano
anche l'assetto semantico di questi volatili chiassosi: come
intuibile dal morfema finale, il lemma porta i tratti di maschile e
singolare per il valore non marcato. Infatti, in queste due lingue
nate nella penisola iberica, il nostro ocio diventa ganso13.
Sì,
il lettore ha proprio letto /'gaːntso/.
La domanda è lecita: il toscanismo ganzo per indicare qualcosa che
oltreoceano definirebbero cool,
da dove proviene?
Il dizionario etimologico italiano non ci viene in aiuto direttamente, ma assume che ganzo sia una forma derivata da ganza14, nel significato di 'amante', la cui etimologia è da trovarsi nel ganzo dell'alto italiano e del rapporto di somiglianza tra l'oca e una donna di facili costumi.
Il dizionario etimologico italiano non ci viene in aiuto direttamente, ma assume che ganzo sia una forma derivata da ganza14, nel significato di 'amante', la cui etimologia è da trovarsi nel ganzo dell'alto italiano e del rapporto di somiglianza tra l'oca e una donna di facili costumi.
Per QUAlsiasi chiarimento siamo QUA.
Note
1 Io personalmente ho controllato sul DEVOTO-OLI
2 Cfr. www.etimo.it/?term=locio. Ultima consultazione: 21/03/2010, h. 19:04.
3 G. PATOTA, Nuovi lineamenti di grammatica storica dell'italiano, il Mulino, Bologna 2009, p. 104.
4 Ibid. p. 102-103.
5 Cfr. www.etimo.it/?term=ocio. Ultima consultazione: 21/03/2010, h. 19:44.
6 Cfr. www.francescoredi.it/. Ultima consultazione: 12/06/2013, h. 13:42.
7 Cfr. http://it.wikisource.org/wiki/Morgante. Ultima consultazione: 12/06/2013, h. 13:43.
8 Cfr. www.portacrucifera.it/index.php?Ite...ntent&task=view. Ultima consultazione: 13/06/2012, h. 13:44.
9 Have and take andrebbero tradotti come il nostro fare, una sorta di “light verb” (vale a dire un verbo funzionale e non lessicale). Cfr. con to have a shower.
10 Dictionary of Contemporary English, Longman, Pearson Education Limitide, 2003, p. 663.
11 Cfr. http://www.utexas.edu/cola/centers/lrc/ielex/R/P0615.html Ultima consultazione: 12.07.2013, h. 18.02.
12 Cfr. http://dict.leo.org/#/search=gander&searchLoc=0&resultOrder=basic&multiwordShowSingle=on. Ultima consultazione: 12.07.2013, h. 17.59.
13 Cfr. http://dizionari.corriere.it/dizionario_spagnolo/Spagnolo/G/ganso.shtml Ultima consultazione: 12.07.2013, h. 17.59.
14 Cfr. http://www.etimo.it/?term=ganza. Ultima consultazione: 12.07.2013, h. 18.1.
2 Cfr. www.etimo.it/?term=locio. Ultima consultazione: 21/03/2010, h. 19:04.
3 G. PATOTA, Nuovi lineamenti di grammatica storica dell'italiano, il Mulino, Bologna 2009, p. 104.
4 Ibid. p. 102-103.
5 Cfr. www.etimo.it/?term=ocio. Ultima consultazione: 21/03/2010, h. 19:44.
6 Cfr. www.francescoredi.it/. Ultima consultazione: 12/06/2013, h. 13:42.
7 Cfr. http://it.wikisource.org/wiki/Morgante. Ultima consultazione: 12/06/2013, h. 13:43.
8 Cfr. www.portacrucifera.it/index.php?Ite...ntent&task=view. Ultima consultazione: 13/06/2012, h. 13:44.
9 Have and take andrebbero tradotti come il nostro fare, una sorta di “light verb” (vale a dire un verbo funzionale e non lessicale). Cfr. con to have a shower.
10 Dictionary of Contemporary English, Longman, Pearson Education Limitide, 2003, p. 663.
11 Cfr. http://www.utexas.edu/cola/centers/lrc/ielex/R/P0615.html Ultima consultazione: 12.07.2013, h. 18.02.
12 Cfr. http://dict.leo.org/#/search=gander&searchLoc=0&resultOrder=basic&multiwordShowSingle=on. Ultima consultazione: 12.07.2013, h. 17.59.
13 Cfr. http://dizionari.corriere.it/dizionario_spagnolo/Spagnolo/G/ganso.shtml Ultima consultazione: 12.07.2013, h. 17.59.
14 Cfr. http://www.etimo.it/?term=ganza. Ultima consultazione: 12.07.2013, h. 18.1.
Si dice l'“ocio” o il “locio”? by Marco Luchi & Giuseppe Samo is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at http://linguistica.forumfree.it/?t=46969646.
Permissions beyond the scope of this license may be available at marchingegno88@gmail.com.
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non ho capito una cosa: perché dici che la grammatica normativa impone l'uso di "locio"?
RispondiEliminaCiao Alba!
EliminaBeh, in effetti sono saltato un po' troppo bruscamente alle conclusioni: il fatto che il Sabatini-Coletti non riportasse né "ocio" né "locio" e il Devoto-Oli riportasse solo "locio" mi ha dato l'impressione che la forma con concrezione dell'articolo, più "fiorentineggiante", fosse più tollerata.
Inoltre volevo sottolineare la differenza tra grammatica normativa e grammatica storica, ma nel far ciò ho creato probabilmente qualche distorsione.
Provvedo subito ad attenuare la mia affermazione (e ne approfitto per correggere qualche refuso che ho notato soltanto ora...).
Grazie mille del tuo intervento!
un po' come per gli spaghetti all'amatriciana e quelli "alla matriciana"
RispondiEliminaProprio così, anche se in questo caso non saprei dire quale delle due forme è quella etimologicamente più corretta...
Eliminadovrebbe essere "all'amatriciana" visto il posto dove il sugo è nato: Amatrice in provincia di Rieti
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