sabato 14 giugno 2014

Decalogo degli amici II

Ad Alessandro Gori, ovverosia lo Sgargabonzi



Al primo incontro, i modi furon schivi.
Ciò mi stupì: seguendo il blog che cura
(tanto scorretto da incuter paura),
m'aspettavo sfottò acri e corrosivi!

Poi, ragionando a certi aperitivi,
quella così eclettica creatura
mi svelò un universo che struttura
su disturbi ossessivo-compulsivi:

un cosmo dove giaccion su ripiani
bonellidi imbustati e messi in schiera,
che eppur si usurano e fan tal sforzi vani.

«Stolto è chi pensa la routine severa»,
spiega: «Non saprei viver senza piani
e senza una scaletta giornaliera».



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Ad Alessandro Gori, ovverosia lo Sgargabonzi di Marco Luchi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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7 commenti:

  1. Marco ma è bellissima! :D (Sono Valeria, amica del Gori, non so se ti ricordi di me)

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    1. Cara Valeria, benvenuta nel blog e grazie del complimento!
      Per quanto riguarda la tua identità, perdonami ma non penso di aver capito chi tu sia...
      Un aiutino?

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    2. Un paio di anni fa sono stata ad Arezzo e ci siamo incontrati in più occasioni: per esempio ad una conferenza di Albertazzi, da Wok, e ad un concerto di Patti Smith (quello in chiesa). In altre parole sono la Falsa! :D

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    3. Ah, giusto!
      Sei la famigerata Falsa in bilancio, ora mi ricordo. Mi fa molto piacere risentirti.
      Mi era venuta per attimo l'idea che potessi essere tu, ma non ho volevo sbilanciarmi non confonderti con qualcun'altra e magari fare qualche figura meschina.
      Spero non te ne sia avuta male del non ti riconosciuto subito...
      Come va?

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  2. Bellissima, acuta e arguta! Bravo nocciolo, mi ci riconosco! Sulla routine pure, è un finale quasi azzardato ma di fatto non lo è. Non che ne sia schiavo. Ma ho imparato che più una persona è noiosa e più ha l'ansia di dover sfuggire la "routine". Sono come quelli che sono sempre in viaggio alla ricerca di scorci, chiese rupestri e spettacoli della natura da fotografare. Sempre in movimento perché, appena posano il culo su una sedia dell'Ikea, si scoprono annoiati da loro stessi. Io invece gli scorci più belli ce li ho già in culo e non ho bisogno né degli scogli di Leuca, né dei concerti di terzetti jazz, né dei ghiribizzi artistici sulla schiuma del cappuccino di prima mattina.

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    1. A quanto vedo, Scaccopardo, alla fine sei riuscito a commentare col tuo account di WordPress...

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