venerdì 7 febbraio 2014

Letteratura latina tardo-antica/07




Arnobio di Sicca: introduzione biografica e contestualizzazione storico-culturale.


Dopo aver descritto la temperie dove l'Aduersum nationes si colloca, è il momento di spendere alcune parole sul suo autore, ossia Arnobio di Sicca, a partire dalla compagine storica e social-culturale in cui l'opera si colloca.

Il contesto storico

Nel breve periodo della cosiddetta “piccola pace della Chiesa” (vale a dire quell'arco cronologico che va dal 260 d.C., anno dell'editto di tolleranza di Gallieno, al 202, anno delle persecuzioni di Diocleziano), si era assistito alla diffusione delle scuole neoplatoniche di Porfirio (Tiro, 233-234 – Roma, 305) e Ierocle d'Alessandria (V sec.), i quali avevano assunto posizioni critiche verso la nuova fede, specie per quanto la figura di Gesù e quelle degli apostoli.
E così, poco prima del definitivo trionfo del Cristianesimo (verificatosi nel 313 d.C. con l'editto di Milano), si ha una ripresa della letteratura apologetica, la quale trova la sua piena espressione in due retori africani: Arnobio e Lattazio, rispettivamente maestro e allievo.
E proprio su quest'ultimo verterà la seguente seguente lezione.


L'autore

Poche le notizie a nostra disposizione su Arnobio, cristiano di Africa e maestro di retorica a Sicca Veneria. Secondo Gerolamo si convertì in séguito a un sogno e scrisse l'Aduersus nationes, poiché il vescovo non aveva fiducia nei riguardi della genuinità della sua fede. Sempre secondo Gerolamo ebbe la sua ἀκμή nel 323 d.C. (come uno dei primi maestri di retorica cristiani?). La sua opera in sette libri è senz'altro precedente al 311 a.C. (editto di Galerio). Per taluni è precedente pure al 303 a.C. (persecuzione diocleziana), per altri va collocata tra il 304 e il 310 d.C.
La peculiarità dell'opera è che si combatte la spiritualità pagana ricorrendo alle tesi di pensatori pagani, in special modo Platone Lucrezio e Cicerone. L'opera inoltre contiene alcune proposizione, tra cui alcune di derivazione gnostica, quasi ereticali. Di queste ne ricordiamo due:
  1. la possibilità che gli dèi pagani esistano come intermediari del Dio primo;
  2. oppure che l'idea che l'anima sia promanata da un Essere ancora più alto di Dio e sia una qualcosa di mortale in grado di ottenere l'eternità soltanto per mezzo della conversione al cristianesimo e la Grazia divina.
Benché, ad esempio, non sia dimostrata la sua conoscenza dell'Antico Testamento, non si deve però esagerare nel considerare Arnobio del tutto a digiuno di dottrina cristiana: Arnobio, figlio del sincretismo religioso (nelle sue argomentazioni rivela addirittura una formazione epicurea pre-conversione), si rivolge al cristianesimo perché insoddisfatto della religio tradizionale. Proprio questa  sua visione del mondo lo rende un rappresentante significativo del rigorismo e del pessimismo insito nel cristianesimi africano.

Lo stile

Secondo la definizione di Ettore Paratore, lo stile di Arnobio è all'insegna dell'«esuberanza espressiva», oscillando continuamente tra i seguenti due poli: la «debordante espressione dei suoi sentimenti» e il «barocchismo manierato». Nonostante dichiari di apprezzare chi non si cura della grammatica e di essere infastidito dalla vacua educazione della sua epoca, sovente si abbandona alla retorica.
Il suo modus scribendi si caratterizza per i stilemi, utilizzati spesso in modo fin troppo ripetitivo,  qualiiperbatipleonasmi, parallelismi sintatticifigure retoriche semantiche e di suono (soprattutto l'allitterazione), nonché a sofismi polemici da cui si evince un uso scaltrito della retorica.
Per quanto concerne il suo argomentare dall'andamento sofistico (per mezzo del quale espone prima la tesi, poi la confuta), l'autore ricorre:
  • alla teologia negativa, rifacendosi talvolta ai filosofi pagani (quali Lucrezio e Cicerone) che avevano messo in luce le contraddizioni e i limiti della religione pagana, ritirandosi allorché si trovi innanzi ad argomenti troppo complessi nei confronti dei quali senta di non possedere i mezzi intellettuali per affrontarli;
  • agli strumenti della controversistica e della retorica, come: costrutti chiastici e per membri paralleli (con eventuali climax)utilizzo di un interlocutore fittizio e della sistematica contrapposizione tra uos e nos; un periodare ampio e sovrabbondante, caratterizzato dall'uso di sinonimi al limite della tautologia; termini tratti dagli àmbiti più svariati, quali il mondo giuridico (come fece Tertulliano, che per tale motivo fu confuso con l'omonimo avvocato), la commedia (specie nei passi in cui Arnobio vuol prendere in giro gli dèi tradizionali) e, infine, una certa filosofia pagana (quale quella stoica e quelle epicurea).
Come avremo modo di vedere, sul piano tematico ricorre il leitmotive della critica all'antropomorfismo degli dèi tradizionali e pagani; nonché alla specificità del loro patronato. Complessivamente il testo, di medio valore artistico, si rivela una fonte documentaria di straordinario valore per la ricostruzione storiografica della religione antica.

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Lezione VII. Arnobio di Sicca: introduzione biografica e contestualizzazione storico-culturale di Marco Luchi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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