I vivi non esistono!
Ho scritto questo racconto per il concorso Schegge di paura per un Natale Horror (edizione 2013) secondo le direttive dettate in questo bando. Se vi piace, vi invito a commentare e/o a mettere mi piace a questa pagina Facebook.
È ricomparso nella nebbia della stanza.
Un'immagine tremolante.
Mi ricordo di lui. È la stessa creaturina che ho visto succhiare il nenne dalle pocce della mamma.
Lui non è mai riuscito a vedermi. A volte si è voltato verso di me, sì, ma io mi sono nascosto.
Non voglio incrociare il suo sguardo.
Mi fa paura.
L'ho visto anche piangere accanto a una vecchia. Gridava: «Mammina, perché mi hai lasciato?».
Non capisco. La mia ripete che staremo in eterno insieme.
E l'ho visto altre volte decorare quell'abete, ma mai così solo e triste.
«Mamma, è lì!» esclamo stringendomi alla sottana, «la sua faccia però è più brutta: assomiglia a un foglio accartocciato...»
Mi brontola: «Fai correre troppo la fantasia». Poi usa paroloni: «Come può esistere il tempo, se siamo eterni? Com'è possibile invecchiare? Te lo ripeto: i vivi non esistono».
Poi sorride amorosa e mi accarezza la testolina.
Passa attraverso quel signore e lui ha un brivido. Dalle mani gli cade una pallina di natale che si infrange sul pavimento.
I vivi non esistono! di Marco Luchi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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Squisitissimo, una sciarpa di seta che cade in terra con una interessante e personale visione del mondo dei vivi
RispondiEliminaMARIA
Ciao Maria, benvenuta nel mio blog!
EliminaMi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato il mio racconto, anche perché non mi sento per nulla in confidenza con la prosa. Il fatto che dovevo ricorrere a un massimo di 1000 battute, poi, di primo acchito mi aveva un po' spiazzato.
Non ho parole: hanno scelto chi si firma Lovecraft e leggo titoli come ll bastardo in rosso e Un Natale con le palle, che forse sono ritagli del Vernacoliere o proposte natalizie d'una rete minore statunitense. Personalmente, sei riuscito a ribaltare il mio sguardo durante la lettura di così poche battute, in modo elegante e con i giusti tempi. Continua a esercitare la prosa! :)
RispondiEliminaNon è che il tuo invito a perseverare con la prosa va letto come «Basta! 'Sti sonetti c'hanno scassat u cazz»? A parte scherzi, la mia Musa lirica da qualche tempo ha finito di infondermi l'ispirazione (senti come parlo in modo altisonante), quindi a breve ripiegherò sicuramente sulla prosa: da anni, del resto, ho in mente un romanzo di spionaggio/fantascienza; magari, quando mi deciderò a metterlo nero su bianco, lo pubblicherò a puntate nel blog...
EliminaGrazie, come sempre, dei tuoi interventi e del complimento!
mi è piaciuto davvero, complimenti
RispondiEliminaGrazie mille, Marco!
Elimina(Penso che, dietro l'anonimato, ci sia proprio tu...)