Sono nato una mattina
nel buio di una cantina,
mia madre una dolce gattina
con il viso a forma di luna.
nel buio di una cantina,
mia madre una dolce gattina
con il viso a forma di luna.
Ero il meglio della covata:
a me toccava la prima poppata;
ma venne un giorno una bambina
che mi portò dalla cantina
alla sua splendida casina.
a me toccava la prima poppata;
ma venne un giorno una bambina
che mi portò dalla cantina
alla sua splendida casina.
M'innamorai della gatta del vicino;
miagolavo il mio amore di notte,
ed è per questo mi toccaron le botte:
secchi d’acqua e scarpe rotte!
miagolavo il mio amore di notte,
ed è per questo mi toccaron le botte:
secchi d’acqua e scarpe rotte!
Ma gli umani, ignari del sentimento,
notaron che il mio amore
portava troppo odore;
e, siccome sono un gatto fortunato,
mi ritrovai... castrato!
notaron che il mio amore
portava troppo odore;
e, siccome sono un gatto fortunato,
mi ritrovai... castrato!
Un giorno, passando per Giovi,
vidi una casa piena di rovi;
pensai: «questa è la casa che fa per me!
(Anche perché un’altra non c’è...)»
vidi una casa piena di rovi;
pensai: «questa è la casa che fa per me!
(Anche perché un’altra non c’è...)»
C’era chi mi faceva le trecce,
ma anche chi mi lanciava le frecce:
un giorno vidi delle trote salmonate,
ne rubai una, e la Carla mi prese a scopate!
Ma a parte questo piccolo errore
(che non conta niente)
è proprio la casa che avevo in mente!
ma anche chi mi lanciava le frecce:
un giorno vidi delle trote salmonate,
ne rubai una, e la Carla mi prese a scopate!
Ma a parte questo piccolo errore
(che non conta niente)
è proprio la casa che avevo in mente!
Un giorno mi saltò addosso
un gatto tutto pazzo,
scambiandomi per un sacco!
Mi ritrovai tutto un dolore,
ed è per questo che venne il dottore!
un gatto tutto pazzo,
scambiandomi per un sacco!
Mi ritrovai tutto un dolore,
ed è per questo che venne il dottore!
Ma l’odore d’etere mi manda in furore:
quant’è bello graffiare il dottore!
quant’è bello graffiare il dottore!
Allora decisi di scappare,
ma questa casa mi rimase nel cuore:
anche perché non saprei dove andare
a far, come qui, quel che mi pare!
ma questa casa mi rimase nel cuore:
anche perché non saprei dove andare
a far, come qui, quel che mi pare!
La ballata di Gnaccaro by Marco Luchi is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Italy License. Based on a work at http://marchingegno88.blogspot.it/2013/08/la-ballata-di-gnaccaro.html. Permissions beyond the scope of this license may be available at marchingegno88@gmail.com.
Carina ;) Sapere che l'hai scritta da bambino poi... fa tanta tenerezza! E comunque già molto bravo fin da piccolo, complimenti!! Lu
RispondiEliminaIl mio Gnaccaro era l'equivalente felino di ciò che rappresentava Laura per il Petrarca! :D
EliminaFu con questa che conobbi il Luchi poeta. Mi garbò subito e trovo abbia dei momenti molto Luchiani. Due su tutti: (Anche perché un’altra non c’è...) e il gatto scambiato per un sacco.
RispondiEliminaGià, nel .pdf con le mie “poesie” che ti mandai era proprio all'inizio: prima pagina.
EliminaOggi, però, la metterei in fondo alla raccolta in una sessione intitolata B-Sides.
Il mio momento preferito è:
RispondiElimina"Ma l’odore d’etere mi manda in furore:
quant’è bello graffiare il dottore!"
In quel punto, c'è pure una lectio seniore alternativa (senti come parlo da filologo navigato), vale a dire “calore” per “furore”. Ma la prima variante non aveva molto senso, quindi optai per la seconda.
EliminaPer il resto, ho mantenuto questa filastrocca-ballata, anche nelle sue ingenuità, così com'era quando la scrissi.