Recensione a cura di Sibilla Foglia
Autore: Mirko Romano
Titolo: “Medaglie del trionfo di Augusto, 7 a.C.”
Casa editrice: Libreria Classica Editrice Diana
Anno: Luglio/Agosto 2013
Prezzo: 5,50 €
Un interessantissimo articolo di Mirko Romano, realizzato per la rivista “Monete Antiche”, ha portato alla ribalta un importantissimo aspetto iconografico della celebrazione propagandistica che Augusto fece delle sue campagne vittoriose in Germania, portate avanti dai due figli della sua terza moglie Livia, ovvero i generali noti coi nomi di Druso Maggiore e Tiberio.
Tacito, Svetonio e Velleio Patercolo raccontano la guerra nel nord dell'allora impero, Druso tra il 12 a.C. e il 9 a.C. aveva occupato l'area dell'Elba e incominciato l'opera di costruzione di forti nella zona. Morto lui le operazioni passarono a Tiberio, che nei successivi due anni placò le popolazioni che ancora si ribellavano alle conquiste drusiane e quelle che volevano approfittare del vuoto di comando delle legioni romane in Germania per liberarsi del giogo romano, come Suebi, Sigambri e Reti. Per le vittorie riportate, egli fu salutato imperatore per la seconda volta, assieme ad Augusto che partecipava ai meriti del figliastro in quanto agente in sua vece.
Per festeggiare Tiberio e la prosperità dell'impero Augusto emise nel 7 a.C. dei medaglioni. Ancora dibattuto è se questi oggetti, emessi dalle zecche privi della dicitura “S(enatus) C(onsulto)” che li avrebbe resi legittimi allo scambio, fossero usati come valore di scambio, in quanto spesso ricoperti di materiale prezioso. Quello che rende speciale questa particolare emissione non è la loro incerta liceità di scambio, ma il fatto che Augusto adottò pochissimo questa forma di propaganda, sfoggiando una politica monetaria piuttosto austera in confronto alle imprese, interne ed esterne, portate a termine per Roma, e che il soggetto dei medaglioni, ovvero Augusto coronato da una vittoria, fu utilizzato eccezionalmente in questi medaglioni per la prima volta in maniera massiccia. Tale soggetto fu adottato anche da alcune monete coeve, e da alcune phalerae che dovevano servire da onorificenza per i soldati distintisi in battaglia, probabilmente proprio nelle guerre germaniche.
Il dott. Mirko Romano ha diligentemente scovato queste onorificenze da armatura in alcune aste per collezionisti, notandone soggetto e fattura con grande precisione, e ridonandoci l'idea dell'entità della risonanza che tale propaganda dovette avere rispetto alle precedenti, consacrando la figura di Augusto vincitore all'immaginario collettivo dell'impero romano e, dopo questo articolo, anche al nostro.
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