martedì 28 gennaio 2014

Virginia Woolf


Di George Charles Beresford,

Si mise dei sassi in tasca,
perché l'anima leggera
non potesse sfuggire
al freddo abbraccio dell'Ouse.

Si mise dei sassi in tasca
per farla perir col corpo
di una ninfa delicata,
quasi preraffaelita.

Sfiorì così un'altra Ofelia,
portando nel proprio seno
l'impaccio del proprio genio.


Licenza Creative Commons
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso marchingegno88@gmail.com.

9 commenti:

  1. Risposte
    1. Bella! Leopardiana!
      Il Marinaio dice: al genio che impaccia è comunque da preferire il genio che osserva il mondo, ne percepisce con precisione strutture e sovrastrutture, osserva se stesso, sa restare fedele a una regola di vita, stabilisce alleanze e strategie, conquista il potere, rovescia il governo. O al limite, costruisce ottimi oggetti artigianali, tipo fucili.
      Il Marinaio ha parlato! Augh!

      Elimina
    2. Così parlò Il Marinaio!
      A parte scherzi, grazie dei tuoi stimolanti (e frequenti) commenti!
      Per quando riguarda il genio e/o - più in generale - l'intelligenza, benché la mia posizione tenda a oscillare nel tempo, in linea di massima mi sono sempre sentito in sintonia con ciò che Shakespeare fa pronunciare ad Amleto nel celebre monologo:

      «Così la coscienza ci rende tutti codardi,
      e così il colore naturale della risolutezza
      è reso malsano dalla pallida cera del pensiero,
      e imprese di grande altezza e momento
      per questa ragione deviano dal loro corso
      e perdono il nome di azione.»

      Elimina
  2. Bellissima poesia. Hai raccontato la Woolf mettendoti in secondo piano, ascoltandola, indossandola e assecondandola. Bisognerebbe sempre fare così. Bravo notch!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ehilà, carissimo!
      Certo che era un pezzo che non ti facevi vedere da queste parti, eh?
      Grazie mille dell'intervento!
      Quanto al mio «mettermi da parte», hai perfettamente ragione. Mi tocca fare così! (Non per fare il modesto, ma al momento avrei ben poco di interessante da dire su di me.) Ho notato, tra l'altro, che nel corso del tempo è affiorata una mia inconscia tendenza a scrivere (come dire?) "poesie in terza persona". Sarà che, pian piano, mi sto avvicinando alla narrativa...

      Elimina
  3. Bella, mi piace. Tieni conto che è molto difficile che mi piaccia una poesia contemporanea. Solo una cosa: quel "quasi preraffaelita" rovina tutto. Non è musicale come il resto. Soffre della sindrome di Battiato: mettere di mezzo espressioni colte non necessarie o essenziali nell'economia del componimento. Mia opinione eh.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giorgio!
      Mi fa molto piacere ricevere un tuo commento. Ti ringrazio anche per il tuo appunto, ne terrò di conto. Forse hai ragione: una parola lunga come "preraffaelita", in effetti, rischia di spezzare il ritmo. Talvolta soffro di un lieve horror vacui, tant'è che ho inserito il verso da te citato solo in un secondo momento, in quanto mi pareva che senza di esso il componimento risultasse un po' scarno. Ero inoltre dell'idea che un polisillabo come "preraffaelita" creasse varietà e una sorta di effetto-dilatazione. Infine speravo, nei limiti del possibile, di richiamare al quadro di John Everett Millais attraverso l'associazione con Ofelia.

      [img]http://www.impressionist-art-gallery.com/images/Ophelia_Painting.jpg[/img]

      Elimina
    2. L'intento della tua citazione era abbastanza evidente, però è questo il problema: rimanda a un concetto razionale invece che a un'immagine. Preraffaelita non E' ciò che E' quello a cui pensi. Preraffaelita è l'etichetta che gli è stata messa da qualche critico. Demolisce l'incanto delle immagini per farti piombare su un polveroso tomo di storia dell'arte.

      Personalmente preferisco di molto le immagini scarne, e se devi riempire un vuoto con una pienezza verbale dev'essere ritmica, musicale (vedi lo scrivere bop di Kerouac). Preraffaelita, letto dalla tua voce interna di lettore, risulta uno scioglilingua.

      Sempre per il mio personale gusto.

      Elimina