mercoledì 15 gennaio 2014

Errori giovanili scelti VI


Foto di Jastrow (2007),
via WikipediaCommons.

Un novello Atteone


Arso dal sol e dalla vana caccia
volli sostar (recandomi sventura)
tra ombrose fronde di varia verdura
e con l’umor del rio terger la faccia.

Quando rubella una ninfa s’affaccia
dell’arco e delle frecce non s’impaura
anzi li scruta, s’ostenta sicura.
Poscia si cheta. Un gesto: vuol che taccia.

Allor vidi ignaro sull’altra sponda
le bianche membra della casta Diana
senza che veste tal beltà nasconda.

Bagnava il piè. E nel fluir si dipana
l’effige mia; la vide e furibonda
«pagherai» m’urla «quest’azion villana!».

E, ché mi si confonda
ai veltri miei ed all’altrui nervo,
di peli e corna mi coprì qual cervo.


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