giovedì 10 ottobre 2013

“Torino una sega 3” pt. 01




Prosimetro ad hoc per l'occasione


11 ottobre 2013
Caffè Notte, Firenze

Chi viene da fuori, abituato al buonismo delle commedie firmate Pieraccioni, non riesce neppure a immaginare il clima che si respira qui in Toscana. Ignora, ad esempio, come ciò che è camuffato da campanilismo sia, in realtà, un odio cieco, generalizzato, senza quartieri; un sentimento funesto che coinvolge, non solo i rapporti tra città e città, ma persino quelli tra centro e provincia, nonché tra un rione e l'altro. Del resto,

della Toscana ogni turista apprezza
le morbide colline del senese
la «Rinascenza», i palazzi e le chiese,
ogni enogastronomica dolcezza.

Ma a tutto ciò uno nato là s’avvezza:
conosce amenità giammai riprese
dai filmati o dai clic d’un giapponese:
qual sottobosco adombra la bellezza!

Hai visto Berlinguer ti voglio bene?
Sai quel sorriso greve e nichilista
che dai dialoghi emerge e dalle scene?

Sembra cosa oggi morta, a prima vista,
ma ancora scorre nelle tosche vene
e ove cercarlo annoto in una lista:

per lo più si mantiene
nei circoli ARCI, in mezzo a gente insana,
a bordi della coscienza umana. 

Arezzo non si fa certo mancare simili circoli, uno di questi è il Circolo Aurora. Lo si raggiunge risalendo per un breve tratto Corso Italia e svoltando, a una certa, a destra lungo via Garibaldi. L'area in cui tale circolo è collocato, vale a dire piazza Sant'Agostino, è bacino di variegati tipi umani degni di un approfondito studio antropologico. Tutto questo è dipeso dall'attrattiva esercitata dal locale, acuita dal prezzo competitivo degli alcolici: il che l'ha reso uno dei principali “sbronzifici” della città. Molti – come dicevo – sono i personaggi presenti meritevoli di nota, non ultimo il proprietario del circolo: Sergio, meglio noto come Cico. 

In giacca accoglie notturni avventori,
sia chi del circolo da tempo è avvezzo,
sia quelli per cui cova un po’ di sprezzo,
sia chi vien per la sala fumatori;

molti son sinistorsi e imbonitori
da poco o molto attivi qui ad Arezzo,
molti altri son attratti per il prezzo
proletario del vino e dei liquori.

In fondo in fondo c’è persino un piano
che, da alticcio, suonicchio; se allor giunge:
«Se ti ribecco, ti taglio la mano!»

con voce rauca sgrida, e dopo aggiunge:
«una signora dorme all’altro piano».
Poi, ricompostosi, il bancon raggiunge. 

Pertanto è facile trovare abitués non necessariamente allineati alla linea trotskista-leninista-bersaniana vigente. Per esempio, complice le numerose birre ingerite, si può essere testimoni auditivi di discorsi di questo tenore: 

«Son socialista, ma rimpiango il duce:
ottime iniziative son sue figlie.
E noi? Che ci perdiam in quisquiglie,
mentre lo Stato in brache ci riduce?

Una tara c'affligge, si deduce.
E veder fare ai negri meraviglie
nello sport e all’Islàm nelle guerriglie
a pensar sia genetica m’induce.

Per non dir come siamo soggiogati,
nell’ottica d’un ben più grande piano,
dai Rockefeller e da altri illuminati.

Son socialista, e suonerà strano
ma – minchia! – certi andrebbero impiccati:
da Silvio in sù, fino a Napolitano!» 

In questo caso, il discorso fu pronunciato da un certo Luca, un siciliano sulla quarantina, sedicente ex-soldato e ingegnere informatico.
Il personaggio più interessante, però, resta il vecchio Francesco, noto come Anacleto. Ora, questo è un vecchio solo e ciò, a prima vista, può indurre a provare una qualche tenerezza. Non dovete farvi corbellare! Basta infatti ascoltarlo per circa cinque minuti per rendersi perfettamente conto del motivo per cui è solo: tale risposta è intrinseca nella sua stessa natura di rompicoglioni. Basso, tarchiato e con una vocina fastidiosissima, ti fissa col suo occhio sbalestrato, cercando ogni possibile pretesto per provocarti.

Dotto di scienza e di umanità varia
ha una postilla per ogni argomento,
e te la schiaffa in faccia con fermento
a dimostrare quanto sia precaria

oggi la qualità universitaria:
«se poi se’ un letterato, sta’ contento,
ché tanto sei votato al fallimento».
Dopo la lunga sua Catilinaria

(manco a dirsi), si fa così sfrontato,
da chiederti se gli offri un bel birrino.
Chi non ne parla? M’hanno anche svelato:

«Quello alla laurea non fu mai vicino,
e sicché ancor c’ha il dente avvelenato:
fa tanto il colto, ma è un mezzo cretino!»

Una sera in cui ero particolarmente nervoso, non riuscii a sopportare il suo atteggiamento molesto, perciò gli rinfaccia il fatto che, nonostante l'immensa scienza che ostenta, non fosse mai riuscito a portare a termine uno dei mille percorsi accademici da lui intrapresi. Il risultato? Dopo aver tirato fuori i sostanzialisti e i nominalisti medioevali, ha minacciato addirittura di affogarmi nella fontana.


Licenza Creative Commons
Prosimetro ad hoc per l'occasione di Marco Luchi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso marchingegno88@gmail.com.

8 commenti:

  1. Lo dico? Lo dico: il solito trionfo. Mi garba da matti, hai uno stile unico, devi solo essere arrogante per farti ascoltare dagli embriachi, ma il Luchi-touch in questa serata ci mancava! E secondo me diverrai un personaggio storicamente ricordato e sempre bramato a Torino Una Sega.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, diciamo che per essere un lavoro di bricolage fatto «lipperlì» (come direbbe Gunter Brodolini) non mi è venuto tanto male.
      Semmai penso che siano le mie prose a mancare di mordente, specie per una manifestazione come "Torino una sega 3": credo che, se stasera i briachi mi ascolteranno, ciò sarà dipeso più che altro dal mio timbro vocale, grosso e baritonale.

      Elimina
  2. Grande come sempre! Poesie spiritose, ben scritte e orecchiabili!
    Elisa.

    RispondiElimina
  3. L'Aurora per te è come la coperta di Linus!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Semmai è la scure di Za-gor-te-nay!

      [im]http://sbamcomics.it/wp-content/uploads/2012/02/Zagor_repubblica.jpg[/im]

      Elimina
  4. Una mia curiosità. Perchè Charlie Chaplin di "Tempi Moderni"?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La tua è una bella domanda, lo sai? Non troppo inerente al post, ma bella. I motivi per cui ho scelto quell'immagine, all'incirca, sono due: in primis è di grande effetto (e, inoltre, gli ingranaggi sono in tema col nome di questo blog); in secundis poiché, soffrendo un po' di bovarismo, tendo a rivedermi nel personaggio interpretato dall'attore.

      Elimina