«Che sfruttatori i gatti! Che ruffiani!
Invece se un bel dì, fuori di brocca,
prendessi il mio Fido a calci in bocca,
mi mangerebbe ancora dalle mani!»
Anche sentire 'sti discorsi insani
dal mio veterinario, ahimè!, mi tocca!
Te lo dovevo: tu eri la mia cocca,
dovevo assicurarti un gran domani.
dovevo assicurarti un gran domani.
Poi, ritornata in forze, a suon di fusa
ci ripagasti, grata e un po' sciantosa.
Oh, eri la peggio messa del gattile...
Ma la vita di grazie non abusa:
poco dopo, quand'eri più graziosa,
peristi sotto le ruote d'un vile.
Alla mia gatta Siria by Marco Luchi is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at http://marchingegno88.blogspot.it/2013/06/alla-mia-gatta-siria.html.
Permissions beyond the scope of this license may be available at marchingegno88@gmail.com.
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Bravissimo. Come ho avuto modo di dirti, ho un debole per poesie/canzoni/film in cui si sorride col groppo in gola. In cui si "ride verde" come dico di certi film di Pozzetto degli anni '70. E' il dono dei grandi, da Sclavi ai Coen (senz'acca).
RispondiEliminaQuesto complimento mi fa arrossire: hai addirittura scomodato un sacco di grandi!
Elimina(In ogni caso non mi capacito del fatto che Coen si scriva senza l'acca...)
Ciao Marco, complimenti per il blog, mi piace come scrivi!!
RispondiEliminaPassa anche da me qualche volta!!
www.mp3king87.wordpress.com
Grazie dell'apprezzamento. Vado subito a dare un'occhiata al tuo blog. ;)
EliminaBellissimo sonetto! E povera micia, non si meritava proprio questa fine...
RispondiEliminaNon me ne parlare, ci ho pianto per due giorni. Non era mai andata lungo la strada, ma una mattina ebbe quella malsana idea: uscì da una finestrella (che tra l'altro era chiusa) nella stanza dove dormiva e ha fatto quella brutta fine...
EliminaParlando di cose meno tristi, grazie del tuo apprezzamento!